Il nostro meraviglioso secondo cervello: l'intestino

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Il nostro secondo Cervello negli intestini (SNE Sistema Nervoso Enterico) è frutto del caso o di un progetto?

Fino a qualche anno fa l'intestino non veniva preso in considerazione dalla medicina. Era considerato solo la fogna del corpo. Ma oggi abbiamo scoperto cose incredibili! Avete presente la sensazione nello stomaco al primo appuntamento o prima di entrare a un colloquio di lavoro? È la comunicazione tra il cervello e la pancia. Questa sensazione potrebbe dipendere dal fatto che il SNE (Sistema Nervoso Enterico) fa allontanare il sangue dallo stomaco quando il cervello è in tensione o sotto stress. Un altro effetto può essere la nausea, perché sotto stress il cervello fa modificare al SNE le normali contrazioni dello stomaco. Secondo gli esperti, questa connessione tra cervello e stomaco potrebbe essere anche alla base del cosiddetto “agire di pancia”. La prossima volta che starete per mangiare, fermatevi a pensare al controllo, alla trasmissione dei dati, alla coordinazione e alla comunicazione che sta per aver luogo nel vostro apparato digerente. Leggete questo articolo e chiedetevi: Il nostro secondo Cervello negli intestini è frutto del caso o di un progetto? Aveva ragione lo scrittore e poeta re Davide, che cantò tremila anni fa nel Salmo 139:14 "Ti lodo perchè sono fatto in maniera meravigliosa e straordinaria"? 

Intestino e cervello sono collegati?

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È stato il Prof. Micheal D. Gershon della Columbia University, a elaborare la teoria dei due cervelli (Il secondo cervello, 1998), secondo cui l’intestino è il secondo cervello, dove sono presenti oltre 500 milioni di neuroni nell'uomo che regolano stress, ansia e tensione. Professore di Patologia e Biologia Cellulare, è stato definito il “padre della neurogastroenterologia” perché, oltre al suo lavoro fondamentale sul controllo neuronale del comportamento gastrointestinale (GI) e sullo sviluppo del sistema nervoso enterico (ENS), una rete di circa 500 milioni di neuroni che agiscono in modo autonomo rispetto al sistema nervoso centrale (composto da cervello e midollo spinale), con il quale sono comunque in comunicazione. La loro attivazione ritmica e coordinata aiuta a controllare i movimenti tipici della peristalsi, come spiegato sul Journal of Neuroscience.

Con la pubblicazione di "The Second Brain" (Il Secondo Cervello), Il Prof. Gershon ha reso i medici, gli scienziati e il pubblico consapevoli dell'importanza della capacità unica dell'ENS di regolare l'attività gastrointestinale in assenza di input dal cervello e dal midollo spinale. Il Prof. Gershon ha anche scoperto che il trasportatore della serotonina (SERT) è espresso dagli enterociti (cellule che rivestono il lume intestinale) e dai neuroni enterici ed è fondamentale per la cessazione degli effetti mediati dalla serotonina. Il Prof. Gershon ha identificato i ruoli nella fisiologia gastrointestinale che svolgono specifici sottotipi di recettori della serotonina e ha fornito prove che la serotonina non è solo un neurotrasmettitore e un fattore paracrino che avvia i riflessi mobili e secretori, ma anche come un ormone che influenza il riassorbimento osseo e l'infiammazione. Ha definito la serotonina “una spada e uno scudo dell'intestino” perché è contemporaneamente proinfiammatoria e neuroprotettiva. La serotonina della mucosa innesca risposte infiammatorie che si oppongono all'invasione microbica, mentre la serotonina neuronale protegge l'ENS dai danni che l'infiammazione causerebbe altrimenti.

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Intestino come ‘spia’ di emozioni

L’intestino, con solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore” e memorizzare ricordi e sentimenti, scriveva Gershon. L’intestino, è in grado di riprodurre e rilasciare serotonina (il cosiddetto ormone della felicità) alla ricezione di stimoli legati a ciò che ingeriamo. Più del 90% della serotonina del corpo si trova nell'intestino, così come circa il 50% della dopamina del corpo, che è attualmente allo studio per migliorare la nostra comprensione della sua utilità nel cervello. La serotonina è coinvolta in numerose e importanti funzioni biologiche: ciclo sonno-veglia, desiderio sessuale, senso di fame/sazietà, umore e peristalsi. Avere un livello di serotonina bassa può comportare disturbi dell’umore, problemi di natura sessuale, problemi a dormire, problemi a defecare, accentuare l’ansia e contribuire a stati depressivi. Ecco perchè talvolta ci sentiamo meglio dopo aver mangiato un pezzo di cioccolato, che l'intestino ha comunicato al cervello di averne bisogno per motivi anche antidepressivi. Alcune ricerche suggeriscono che questo accade quando il SNE invia “segnali positivi” al cervello, innescando una reazione a catena che ci fa sentire meglio. Questo spiegherebbe perché sotto stress le persone tendono a mangiare il cosiddetto comfort food, o cibo consolatorio. Gli scienziati stanno studiando la possibilità di stimolare artificialmente il SNE per curare la depressione. Riconoscere autonomamente, ciò che può farci star male. Basti pensare che se ingeriamo sostanze tossiche o irritanti, il nostro intestino reagisce buttandole fuori con vomito o diarrea.

Il Microbiota e il MicroBioma

Secondo quanto riportato dalI'Istituto Superioore di Sanità: "Flora intestinale, microbiota e microbioma" il MicroBiota intestinale umano è costituito da un insieme di oltre mille miliardi di batteri (appartenenti a 500, 1.000 specie diverse), virus, funghi e protozoi. Varia da una popolazione all'altra, e da un individuo a un altro della stessa popolazione, in base alle influenze del patrimonio genetico, della storia personale, dell'ambiente e delle abitudini alimentari di ogni individuo sulla composizione del microbiota. Inoltre, si modifica a causa dell'età e con il variare degli elementi che lo influenzano come l'ambiente e la dieta. Le funzioni del microbiota intestinale possono essere raggruppate nelle seguenti categorie:
- metaboliche, produzione di vitamine come la K o la B12; sintesi di aminoacidi; trasformazione degli acidi biliari; produzione degli acidi grassi a catena corta (Short Chain Fatty Acids, SCFA), sintesi di enzimi che l'uomo non riesce a produrre, controllo della proliferazione delle cellule. Alcuni batteri sembrano avere un'azione protettiva contro le cellule anomale poiché favoriscono l'attivazione del sistema immunitario per la loro individuazione ed eliminazione
strutturali, sviluppo dei villi intestinali e delle cellule epiteliali dell'intestino che partecipano alla costituzione della barriera epiteliale, sviluppo del sistema immune dell'intestino. Protettive, contrasto delle infezioni da parte di microrganismi dannosi.

- A queste funzioni si aggiungono gli effetti che la composizione del microbiota ha su altri organi. Infatti, oltre all'intestino, altri organi sono influenzati dalle sostanze da esso prodotte (metaboliti) assorbite e distribuite attraverso il sangue. Recentemente, sono state messe in evidenza le influenze del microbiota intestinale, oltre che su organi appartenenti all'apparato digestivo, sul sistema nervoso centrale e periferico, sull'apparato cardiovascolare e sull'apparato endocrino-metabolico.

In un articolo pubblicato dalla rivista PNAS si traccia una panoramica di questi anni di studi approfonditi sul microbioma. Iniziative di manipolazione del microbiota, come la tecnica del trapianto di microbiota attraverso le feci (FMT: Fecal Microbiota Transplant), implementata negli ultimi anni, hanno certamente un grande potenziale – ad esempio nella cura di infezioni intestinali croniche – ma nascondono anche alcune insidie: l’esito di queste operazioni, infatti, non è mai del tutto prevedibile, soprattutto nel lungo termine. Il Prof. Edoardo Savarino, docente di Gastroenterologia all’università di Padova spiega: “Il microbiota intestinale è costituito da 39 trilioni (1 trilione= un miliardo di miliardi) di cellule microbiche, contro i 30 trilioni di cellule che compongono l'intero corpo umano; dal punto di vista genico, inoltre, il microbiota conta da 2 a 12 milioni di geni, contro i soli 20.000 geni umani. Questi numeri, da soli, bastano a renderci consapevoli dell'importanza del microbiota intestinale e dell'effetto che può avere sulla salute umana. Un altro dato essenziale, poi, consiste nel fatto che i geni delle nostre cellule contribuiscono solo per l'1% all'informazione genica presente e attiva nel nostro corpo: possiamo quindi asserire che le nostre funzioni vitali sono regolate soprattutto dalla genetica del microbiota intestinale e dal metabolismo degli organismi che lo compongono. Considerando questi numeri, è facile capire per quale motivo un microbiota sano sia essenziale per mantenere il nostro organismo in buona salute". Abbiamo dei "vecchi amici": i batteri che abitano nel nostro intestino e formano il microbiota , un compagno di vita che a ogni pasto si siede a tavola con noi e a seconda di cosa mangiamo ci aiuta a restare sani oppure no.

Interessante una ricerca effettuata su 100 pazienti e pubblicata ad aprile 2021 su PubMed: "La composizione del microbiota intestinale riflette la gravità della malattia e le risposte immunitarie disfunzionali nei pazienti con COVID-19".Conclusioni? "L'associazione tra la composizione del microbiota intestinale, i livelli di citochine e i marcatori infiammatori nei pazienti con COVID-19 suggeriscono che il microbioma intestinale è coinvolto nell'entità della gravità del COVID-19, probabilmente attraverso la modulazione delle nostre risposte immunitarie. Inoltre, la disbiosi del microbiota intestinale dopo la risoluzione della malattia potrebbe contribuire a sintomi persistenti, evidenziando la necessità di comprendere come i microrganismi intestinali siano coinvolti nell'infiammazione e nel COVID-19."

In che modo è possibile prendersi cura dell’intestino?

La teoria dei due cervelli pone attenzione sull’importanza della nutrizione e della cura dell’intestino per un benessere sia fisico che psicologico. Cibarsi in modo corretto, con nutrimenti genuini e gustosi, aiuta a star bene con se stessi e gli altri. Quali sono gli alimenti migliori? Quelli della dieta mediterranea, basata principalmente sul consumo di alimenti di origine vegetale, come cereali, meglio se integrali, verdure, insalate, legumi, frutta fresca e secca; sul consumo moderato di alimenti di origine animale come pesce, carne bianca, latticini e uova, è considerata dalla comunità scientifica, un ottimo regime alimentare. Avere un sano stile vita e quindi, seguire una dieta equilibrata, sia nella qualità che quantità degli alimenti, fare attività fisica, evitare il fumo e l'abuso di alcol, influisce positivamente sullo stato di salute del microbiota. Cos'altro può essere necessario? Altra causa di squilibrio (disbiosi) , può essere l'assunzione di antibiotici. Gli antibiotici, infatti, diminuiscono significativamente la diversità delle specie che costituiscono il microbiota determinando una condizione di squilibrio difficilmente recuperabile in tempi brevi. In alcune situazioni particolarmente compromesse, il recupero completo della normale composizione può non verificarsi con il rischio di favorire l'aumento di specie dannose spesso molto resistenti all'azione degli antibiotici. Anche per questo motivo, l'assunzione di antibiotici dovrebbe sempre avvenire su consiglio del medico curante. Da ultimo, le infezioni del tratto gastroenterico (da batteri, virus e funghi) rappresentano una causa transitoria di disbiosi che, generalmente, si risolve spontaneamente con la guarigione dall'infezione. In alcuni casi, il recupero dell'eubiosi può essere lento e richiedere l'intervento del medico curante.

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Microbiota e kefir

Vi Suggeriamo di leggere questo articolo del Dott. PierLuigi Rossi di Arezzo. Introduce così: "Non sapere che all’interno del nostro intestino è presente un altro organo, chiamato microbiota, vuol dire essere scientificamente superati! La conoscenza è salute. L’ignoranza, intesa come non conoscenza, è malattia. Il microbiota è composto da batteri, lieviti, virus, migliaia di comunità microbiche, miliardi e e miliardi di cellule batteriche. Il microbiota pesa 1-1,5 Kg, ovvero quanto pesa il fegato. E’ quindi un organo al pari di fegato, rene, polmone ed altri organi costituenti il nostro corpo. È un guaio non conoscerlo! È un guaio non sapere che il cibo condiziona la sua composizione. Ogni giorno!. Ciascuno ha il “suo” microbiota, cioè i suoi batteri, che variano in rapporto al cibo mangiato e alla sua storia personale. Ciascuno di noi ha il microbiota della sua mamma. Il microbiota invade ed occupa il nostro intestino con la nascita. Se avete disturbi e patologie intestinale pensate se siete nati con parto cesareo, se siete stati allattati al seno materno, se vi hanno somministrato molti antibiotici nei primi tre anni di vita. Essere nati con parto cesareo, non essere stati allattati al seno sono cause di un microbiota “alterato” che resterà per tutta la vita, causando problemi funzionali al vostro intestino. ll microbiota si forma nei primi anni di vita e resta stabile per tutta la nostra vita. Può peggiorare nella sua composizione se si fa un utilizzo massiccio di antibiotici, se non si mangia verdura, frutta, cereali, legumi, alimenti di origine vegetale."  Ancora suggerisce: "Il kèfir è una bevanda probiotica molto ricca di comunità microbiche, più completa dello yogurt. La parola Kefir deriva dal turco kefir che significa benessere. Il kèfir viene preparato utilizzando latte fresco oppure acqua con i fermenti o granuli di kèfir, formati da un polisaccaride chiamato kèfir che ospita comunità microbiche di batteri e lieviti utili alla igiene e benessere intestinale. I granuli di kefir possono essere acquistati in farmacia, in erboristeria, in negozi bio. Il kefir è un alimento probiotico (contiene oltre 15 specie di microrganismi vivi e vitali) con una composizione davvero interessante e migliore del solito yogurt della pubblicità, ha caratteristiche nutrizionali valide per il suo contenuto in minerali (Calcio, Fosforo, Magnesio, Zinco), aminoacidi (treonina, prolina, lisina e triptofano in particolare) e vitamine (gruppo B). Le comunità microbiche del kefir competono contro batteri aggressivi e reagiscono contro microrganismi “cattivi” all’interno dell’intestino. La tradizione e lo sviluppo delle ricerche scientifiche attribuiscono al kefir proprietà nutrizionali e funzionali riconosciute. Un consumo quotidiano di kefir può aiutare a:
– regolarizzare le funzioni intestinali
– contrastare l’insediamento di germi pericolosi
– stimolare il sistema immunitario del tratto digerente

In Italia si fanno troppi parti cesarei e ci sono troppi bimbi obesi o sovrappeso". L'alto tasso di cesarei, in particolare, è un problema perché "mentre i nati per via naturale ereditano il microbioma dalla madre", per i figli del cesareo il primo incontro è con "i germi presenti nella zona dell'operazione". La differenza è "provata e sostanziale" per la salute che verrà, poiché "i bimbi nati con cesareo hanno una probabilità molto più alta di diventare adulti extralarge". Inoltre rischia di innescarsi un circolo vizioso, considerato che per ragioni di sicurezza "le donne obese subiscono più spesso un cesareo". Un'altra 'assicurazione sulla vita' è l'allattamento al seno, fonte di germi benefici. Condizioni di forte stress emotivo sono in grado di attivare i circuiti dell’ansia e della paura incremento della motilità intestinale e rilascio di citochine. La mucosa intestinale si irrita e si infiamma e, in casi gravi, può generare patologie o condizioni anche severe come la sindrome del colon irritabile oppure la malattia infiammatoria intestinale. Parlare dunque dell’intestino come dell’organo deputato esclusivamente alla digestione del cibo e all’assorbimento dei principi nutritivi che gli alimenti contengono sarebbe fortemente riduttivo. L’intestino stesso ha un ruolo fondamentale con i microorganismi e i batteri che compongono il microbiota. L’insieme dei microorganismi simbiotici (batteri, virus, funghi) che a livello dell’intestino, sono colonie di microorganismi “buoni” conosciuti anche con il termine informale di “flora intestinale”, col fine di benefici. Il microbiota intestinale è unico e diverso per ogni persona con un periodico rinnovamento con fattori: genetici, alimentari, ambientali o legati all’alimentazione e allo stile di vita. I microorganismi che lo compongono hanno un’azione benefica sul corpo, una barriera protettiva per l’intestino. La qualità della nostra vita, le nostre abitudini alimentari e le nostre condizioni fisiche ed emotive possano condizionare – favorevolmente o meno – lo stato del microbiota intestinale, e dunque dell’intestino tutto, e dunque dell’intero organismo, inteso come “insieme” composto da corpo e mente. Nel sistema nervoso enterico si trovano milioni di neuroni, neurotrasmettitori, virus e batteri. Tutti questi elementi regolano il nostro benessere e la nostra salute. In quest’area del nostro corpo sono presenti tre tipo di neuroni: efferenti, afferenti e interneuroni. I neurotrasmettitori che regolano i processi di questo complesso di fibre nervose sono l’acetilcolina, la noradrenalina e l’adrenalina.Il sistema enterico sintetizza serotonina, dopamina, oppiacei per il dolore, ecc. Per questo motivo è conosciuto anche come il nostro laboratorio chimico. Il professor Gary Mawe, Dottore presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche dell’Università del Vermont, afferma che nessun processo è complesso e delicato quanto la digestione. Dobbiamo considerare che il sistema nervoso enterico determina, per esempio, quali enzimi digestivi sono i migliori per scomporre ogni alimento.

Anche se il SNE può provocare queste “emozioni” nello stomaco,  non può aiutarci ad essere creativi, gestire i nostri soldi. Eppure, questo meraviglioso secondo cervello continua ad affascinare gli scienziati per la sua complessità, ancora tutta da scoprire. Secondo voi, dopo aver letto questo piccolissimo assaggio di informazioni, il nostro secondo cervello nell'intestino è frutto del caso o di un progetto?