Giornata Mondiale senza Tabacco 31 maggio 2020.

 www.egm.it No Profit in collaborazione con www.biodiritti.org  Pubblicato il 30 maggio 2020

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Il Fumo è un Killer implacabile. Entro la fine del XXI secolo il fumo avrà ucciso un miliardo di persone. Il ruolo Etico e Morale dei Governi, Famiglie e Religioni nel liberare i giovani dalla schiavitù mentale del fumo.  

SMETTI DI FUMARE PROTEGGI LA TUA SALUTE - Video Emozionale di 1 Minuto Istituto Superiore Sanità

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Ogni anno dal 1987, il 31 maggio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità promuove la giornata senza tabacco per richiamare l'attenzione sulle morti e le malattie da esso determinate. Il tabacco è mortale in qualsiasi forma e minaccia la salute polmonare di tutti coloro che vi sono esposti. Il tabacco uccide una persona ogni 4 secondi e nel tempo fino a metà delle circa 1,1 miliardi di persone che oggi ne fa uso. L'OMS stima che il consumo di tabacco uccida ogni anno oltre 7 milioni di persone di cui oltre un milione per fumo passivo e la cifra potrebbe aumentare enormemente. L'uso di tabacco è responsabile del 25% di tutti i decessi per cancro a livello globale. La nicotina e prodotti del tabacco aumentano anche il rischio di malattie cardiovascolari e polmonari.

I DATI IN ITALIA

In occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2020, il Ministero della Salute, come ogni anno, ha pubblicato il Report Prevenzione e controllo del tabagismo.  Nel report si legge fra l'altro che Secondo i dati ISTAT, in Italia i fumatori, tra la popolazione di 14 anni e più, sono circa 10 milioni. Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93 mila morti l’anno solo qui in Italia; più del 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età. Per quanto riguarda il carcinoma polmonare, una delle principali patologie fumo correlate, nel nostro Paese la mortalità e l’incidenza sono in calo tra gli uomini ma in aumento tra le donne, per le quali questa patologia ha superato il tumore allo stomaco, divenendo la terza causa di morte per neoplasia, dopo il tumore al seno e al colon-retto.

IL FUMO DURANTE IL LOCKDOWN DA COVID-19 

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Nel comunicato del 29 maggio 2020 dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), il Direttore del Reparto Farmacodipendenza, Tossicodipendenza e Doping e dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OssFAD) del Dipartimento del Farmaco la Dott.ssa Roberta Pacifici (vedi qui il Curriculum) afferma: "chi non ce l’ha fatta a smettere ha aumentato il numero di sigarette al giorno perdendo così l’occasione per migliorare il suo stato di salute". Sono diminuiti durante il lockdown i fumatori di sigarette tradizionali, ma sono aumentati i consumatori di tabacco riscaldato e sigaretta elettronica, alto il numero anche di chi li ha provati per la prima volta proprio durante questo periodo. Tra i fumatori di sigarette tradizionali chi non è riuscito a smettere ha invece aumentato il numero di sigarette fumate. Il 9,0% della popolazione Italiana, la cui stima è di circa 3,9 milioni di persone, ha aumentato o iniziato il consumo di tabacco. Infatti, l’8,55 ha aumentato il numero di sigarette fumate al giorno e 218 mila persone sono diventate nuovi fumatori. Precisamente il consumo medio di sigarette al giorno è passato da 10,9 a 12,7 con un incremento percentuale di 9,1. Lo dicono i dati dell’Istituto Superiore di Sanità realizzati in collaborazione con l’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, l’Università Vita-Salute S. Raffaele, l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete Oncologica (ISPRO) e la Doxa, e presentati il 29 maggio 2020, in ISS nel convegno in streaming, in occasione della Giornata Mondiale senza tabacco.

FUMO E COVID-19

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Astenersi dalle sigarette NON protegge dal contrarre il Covid-19, ma dalle più gravi conseguenze del Coronavirus correlate al fumare. Ricerche recenti dimostrerebbero un ulteriore problema di salute del Covid-19 per i fumatori. Lo spiega la dott.ssa Roberta Pacifici dell'Istituto Superiore di Sanità in data 11 marzo 2020. Recentissimi studi relativi al Covid-19 hanno evidenziato un rischio di gravità più severa tra i fumatori. Un terzo in più dei fumatori positivi al Covid-19 presenta all’atto del ricovero una situazione clinica più grave dei non fumatori. Il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e ventilazione meccanica è più che doppio per i fumatori. Questi studi ipotizzano che la condizione di fumatore spiega la differenza di genere nell'ammalarsi gravemente di Coronavirus, percentualmente più alto nei maschi che nelle femmine, proprio per la minore incidenza tra quest'ultime di fumatori.  

IL FUMO DI SIGARETTE NEI MINORI 

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Tabacco e tattiche dell’industria per attirare le giovani generazioni”. E’ questo il tema scelto dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per la Giornata mondiale senza tabacco 2020 che si celebra il 31 maggio 2020. L'OMS vuole sfatare alcuni miti sul tabacco per fornire ai giovani conoscenze e strumenti per fare scelte di vita salutari e non cedere alle lusinghe di prodotti gravemente nocivi per la salute. Per quanto riguarda i minori, i dati forniti dallo studio HBSC che coinvolge gli studenti di 11, 13 e 15 anni in tutte le Regioni italiane mostrano che nel 2018, la quota di ragazzi che dichiarano di aver fumato sigarette almeno un giorno negli ultimi 30 giorni aumenta sensibilmente con il progredire dell’età, sia nei ragazzi che nelle ragazze, con una marcata differenza di genere a 15 anni (24,8% nei ragazzi, 31,9% nelle ragazze). L'OMS rivela che le multinazionali del tabacco sono impegnate con campagne mirate per sostituire con i giovani i milioni di persone che fanno morire ogni anno.Vengono utilizzate tattiche strategiche e aggressive di marketing per attirare i giovani verso i prodotti del tabacco e della nicotina. Violentando la salute mentale e le libertà dalle dipendenze di ogni individuo. L'OMS invita, pertanto, tutti i giovani a unirsi per diventare una generazione senza tabacco.

SIGARETTE ELETTRONICHE E PRODOTTI SENZA TABACCO

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Anche la presenza sul mercato di nuovi prodotti (sigarette elettroniche e prodotti senza combustione) può risultare attrattiva per i giovani in quanto tali prodotti possono erroneamente essere considerati a rischio ridotto per la salute. Le attuali evidenze scientifiche non consentono di sostenere questa affermazione e di conoscere gli effetti a lungo termine del loro consumo, ma sigarette elettroniche e prodotti senza combustione, spesso promossi come tali, possono creare dipendenza, se contengono nicotina, e causare danni per la salute. “I dati dell’indagine pubblicata il 29 maggio 2020 - dice Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e doping dell’ISS - ci dicono che il fumatore fortemente motivato ce la può fare a smettere e che situazioni di particolari emergenza sanitaria possono diventare una grande opportunità di salute”.

Ma il fumare è solo un problema di sanità pubblica o è anche un precetto che dovrebbe essere esaminato in termini Etico Morali e Religiosi? Le religioni potrebbero o addirittura dovrebbero fornire una Forte Motivazione per liberare dalla schiavitù di fumare? 

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Questa domanda non è così banale e citiamo al riguardo un articolata considerazione nella Lettere al Direttore del Mensile Toscana Oggi (settimanale di quindici diocesi toscane) rivolta dal sacerdote Don Duilio Sgrevi Pieve a Quarto (Ar): "Perché sul fumo la Chiesa tace? pubblicata sul n. 35 del 5 ottobre 2003 dove chiede:" Caro Direttore, «Il fumo uccide» e ancora «fumare in gravidanza fa male al bambino» così sta scritto in ogni pacchetto di sigarette. «Uomo avvisato mezzo salvato», così il proverbio. Intanto però imperterrita, continua la produzione di sigarette. E la Chiesa? Tace? Sappiamo che, come nulla fosse, anche dei preti e dei vescovi fumano placidamente. Sono provocante? Del resto provocare non è sempre un male, talvolta può essere carità e... dovere. Per questo ho deciso di scriverle. Proprio domenica, addirittura, nel banco di una sacrestia era rimasto un pacchetto di sigarette. Un fedele lo ha preso e, guarda caso, lo ha portato a me. Purtroppo ce l'aveva lasciato il prete che, fumatore incallito, non aveva resistito ad accendere la sigaretta subito dopo aver deposto i sacri paramenti. Così mi è stato riferito da quel tale. Sono rimasto incredulo. Sdrammatizzando la cosa, ho così risposto:"Se è vero quello che tu mi riferisci forse era intenzione di quel sacerdote incensare le sacre specie pocanzi ricevute". Caro Direttore, quando anche la Chiesa, come ha fatto e fa per la droga, si deciderà a prendere una netta posizione pastorale e (a mio avviso) anche morale contro il tabagismo?"

Riportiamo solo l'introduzione  fornita dal Direttore del settimanale a Don Duilio Sgrevi lasciano al lettore la possibilità di leggere la breve risposta pubblicata iniziata così:In effetti la Chiesa finora non è stata molto sensibile a questo problema, limitandosi a condannarne gli abusi...."Dopo alcuni anni in data 28 novembre 2012 sempre su Toscana Oggi viene rivolta una ulteriore domanda dal sig: Alessandro Bianchi a cui risponde Don Gianni Cioli docente di Teologia Morale. Dal punto di vista morale fumare è peccato? e articola la domanda così: "Da tanti anni ormai ho il vizio del fumo e non riesco a smettere, forse per mancanza di convinzione. Ultimamente qualcuno mi ha detto che secondo lui fumare è peccato, perché danneggia il nostro corpo e comporta il rischio di gravi malattie. Eppure il mio vecchio parroco fumava. Come stanno le cose?" Ci limitiamo a indicare l'ultimo paragrafo della risposta del Docente di Teologia Morale lasciando al lettore poter leggere l'intera considerazione. "...In conclusione non nego che in determinate circostanze la scelta di fumare possa configurarsi anche come peccato, ma non credo che si debba generalizzare, rischiando di ingenerare sensi di colpa e di favorire nevrosi proprio in chi ha già abbastanza problemi. Mi pare invece che si possa ragionevolmente e serenamente prospettare, in maniera articolata, un dovere sintetizzabile in una battuta: è bene fumare meno, smettere del tutto è meglio, non cominciare affatto è meglio ancora." 

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La stessa domanda viene riportata in nel giornale online La Luce di Maria la risposta? "Fumare non è un peccato meno perdonabile degli altri e ciò non deve mai essere un d’impedimento verso il trono della sua grazia."  Se scrivete questa domanda su un motore di ricerca vedrete le varie e articolate risposte, pubblicate dai vari Istituti Religiosi Cattolici talvolta in netta contraddizione tra di loro. A tutt'oggi, come è noto, a nessuno vengono negati i sacramenti se fuma, commercia il tabacco o lo produce. Nè abbiamo mai letto di riconsiderare il ripristino della scomunica, esistente nei secoli passati, per quei Cattolici che potevano essere espulsi per quello che era considerato, secoli fa, il peccato mortale del Tabagismo. 
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Per completezza diamo anche la risposta alla stessa domanda che abbiamo trovato online,  di un'altra Confessione Religiosa riconosciuta in Italia come Ente Morale: la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova. "Fumare è Peccato?" La semplice risposta a cui fa seguito una serie di prove Bibliche e Scientifiche è la seguente: "La Bibbia non menziona il fumo o altri usi del tabacco. Contiene tuttavia dei princìpi che aiutano a capire che Dio non approva abitudini nocive e impure, e che per lui quindi fumare è peccato." Affrontano per anni i rischi del fumo, anche nella loro Rivista la Torre di Guardia del giugno 2014 con due temi: "Un'Epidemia Globale" sul perché il Fumo è un Killer implacabile dove l'articolo cita la previsione che entro la fine del XXI secolo il fumo avrà ucciso un miliardo di persone. L'articolo seguente: "Cosa pensa Dio del Fumo?" affronta l'argomento fornendo proprio anche forti motivazioni Etiche, Spirituali e Religiose che possono aiutare ad evitare la schiavitù del fumo o a liberarsene. Questa posizione non è recente. Infatti nella loro Biblioteca Online fin dall'edizione La Torre di Guardia del 15/11/1973 pag. 692 e 693 si leggeva di dare un periodo di tempo a chi, Testimone di Geova,  fumava e quindi  doveva smettere entro 6 mesi. Si legge"Che dire dunque di quelli che in passato furono battezzati quando usavano ancora tabacco, e altri prodotti che danno luogo ad assuefazione, o che ricevono qualche trattamento come nel “programma del metadone” e continuano a seguire tale pratica? Ora essi possono ricevere un ragionevole periodo di tempo, come sei mesi, in cui togliersi il vizio. Così facendo, mostreranno il loro sincero desiderio di rimanere nella pura congregazione di dedicati servitori di Geova Dio." Chi non volle o non riuscì? Furono rimossi dalla congregazione a causa di tale condotta che non si addice ai cristiani Testimoni di Geova. I TdG sono diminuiti andando contro corrente con questa decisione storica? Nel 1974 erano 1.656.673 e oggi sono quasi 9 milioni proclamatori attivi nell'opera di porta in portaNel giornale La Repubblica del 24 marzo 2018 si legge che sono oltre 20.557 le persone che i Testimoni di Geova hanno aiutato in Italia a liberarsi dal fumo.  

Questo potrebbe essere un ottimo esempio per molte altre istituzioni religiose che potrebbero decidere di dare forti motivazioni Morali, Etiche e Religiose per aiutare milioni di persone vittima della schiavitù della Sigaretta.

Un ultima considerazione. Nel periodo in cui tutti i negozi per Decreti Governativi Covid-19 erano chiusi, quali non hanno mai chiuso? Sì! Le rivendite di tabacchi aperte ogni anno anche il 31 maggio, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità promuove la giornata senza tabacco.

Fonti Bibliografiche 

www.egm.it No Profit

www.biodiritti.org No Profit

https://unric.org/it ONU

www.onuitalia.it/ Onu Italia

www.who.int/ OMS

www.salute.gov.it/ Ministero della Salute

www.iss.it/ Istituto Superiore di Sanità

www.jw.org Ente Morale Religioso