Rifiuto Trasfusioni Non Rispettato. Sentenza Risarcimento 31.08.2023 Tribunale di Modena

11.10.2023 - Tempo di lettura: 4 minuti www.egm.it no profit by www.biodiritti.org  link d'invito per leggere in Telegram altri articoli di divulgazione Scientifica di Biodiritti by Egm.it No Profit.

Il 31.08.2023 Sentenza Tribunale di Modena. Diritto al risarcimento di una paziente Testimone di Geova che al momento delle trasfusioni era incosciente. Nonostante le trasfusioni, la donna è tristemente deceduta dopo 37 giorni dalle trasfusioni coatte.

Fonte: 10.10.2023 Redazione Persona e Danno. Il 31 agosto 2023 il Tribunale di Modena ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per le trasfusioni espressamente rifiutate da una paziente alla quale sono state praticate mentre si trovava in uno stato di incoscienza. Si tratta della prima volta che viene riconosciuto, in sede civile, il diritto al risarcimento in favore di un paziente Testimone di Geova che al momento del rifiuto della trasfusione era incosciente. Il rifiuto era stato rappresentato ai medici dal marito nominato quale suo amministratore di sostegno, in nome e per conto dell’amministrata. La sentenza, oltre a valorizzare il ruolo dell’Amministratore di Sostegno in tali circostanze critiche, ha ribadito che anche prima della legge 219/2017 (leggi altre info qui) il paziente aveva pieno diritto di rifiutare le emotrasfusioni. 
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Il giudice ha dunque liquidato 30.000 euro per il danno morale subìto dalla paziente e 8.000 euro al marito (e amministratore di sostegno) come danno morale. Nonostante le trasfusioni, la donna è tristemente deceduta dopo più di un mese. Pertanto, il giudice ha voluto incrementare del 50% il valore minimo del risarcimento di 20.000 euro previsto dalle tabelle di riferimento. Questo, afferma la sentenza, è stato fatto perché il giudice ha riconosciuto “le conseguenze del pregiudizio e il tempo di percezione dello stesso e, dunque, la durata della sofferenza” per i 37 giorni in cui la donna è rimasta in vita dopo la trasfusione. Oltre a questo, nella sentenza sono stati espressi alcuni importanti principi. Ad esempio dalla pag. 5 in poi vi si legge che i medici “hanno negato, alla stessa, una dignità nel processo del morire, imponendole decisioni terapeutiche contrarie alle sue convinzioni religiose, così annientando la sua identità”. Il giudice ha riconosciuto che “l'esercizio della funzione di garanzia in capo ai medici, così come pure l'obbligo contrattuale di adempimento della prestazione, non possono spingersi fino a travalicare diritti inviolabili di ogni essere umano e costituzionalmente protetti (artt. 2, 13 e 32 Cost.)”. Quanto invece alla posizione de marito quale amministratore di sostegno, il giudice ha rilevato che lo stesso è stato privato della possibilità di accompagnare dignitosamente la moglie verso la fine della sua vita. Considerato il legame che li univa non solo nella vita ma altresì nella condivisione della fede religiosa, lo stato d'animo e la sofferenza che una tale privazione deve avere determinato sono comprensibili e immaginabili e non richiedono ulteriori indagini e commenti”.
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INFO TRATTE DA PATIENT BLOOD MANAGEMENT BIODIRITTI.ORG - 

La Commissione europea ha pubblicato due guide sulla gestione del sangue del paziente denominato PBM Patient Blood Management (marzo 2017) -1a guida) Costruire programmi nazionali di Patient Blood Management (PBM) nell'UE - Una guida per le autorità sanitarie 2a guida) - Supporto alla gestione del sangue del paziente (PBM) nell'UE - Una guida pratica di implementazione per gli ospedali - La rivista Transfusion [*] ha pubblicato risultati impressionanti di un programma PBM completato in 5 anni nell'Australia occidentale, il più grande programma al mondo finora su PBM. Comprendeva 605.046 pazienti ricoverati nei quattro maggiori ospedali per adulti dell'Australia Occidentale, con risultati che mostravano una  riduzione del 28% della mortalità ospedaliera, una riduzione del 15% della degenza ospedaliera media, una diminuzione del 21% delle infezioni acquisite in ospedale (pazienti trasfusi sono più suscettibili alle infezioni) e una diminuzione del 31% nell'incidenza di infarto o ictus. L'uso di prodotti del sangue è stato ridotto del 41% durante il periodo di studio, raggiungendo non solo questi significativi benefici per l'esito del paziente, ma anche un notevole risparmio sui costi per il servizio sanitario[*] Leahy, MF, et al., Risultati migliori e costi ridotti associati a un programma di gestione del sangue dei pazienti del sistema sanitario: uno studio osservazionale retrospettivo in quattro importanti ospedali per terziari adulti. Transfusion, 2017, doi: 10.1111 / trf.14006 Free full paper

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Il Centro Nazionale Sangue (CNS) sta promuovendo dal 2012 – in linea con la Risoluzione WHA63.12 del 21/05/2010 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – il Patient Blood Management (PBM link PDF), una strategia diretta a predisporre metodi e strumenti innovativi e più efficaci per garantire l’appropriatezza della gestione, organizzativa e clinica, della risorsa sangue". «la trasfusione di sangue più sicura è quella che non viene somministrata» (Save blood, Save Lives - Nature Vol 520 2 April 2015 pp. 24-26). Interessante quanto pubblicato dal Centro Nazionale Sangue il 22 luglio 2020:  Più sicurezza per i pazienti, gli ospedali italiani seguono il Pbm(CNS 2020) e anche Le Linee Guida Regolatorie Italiane per l'implementazione del Patient Blood Management (Blood Transfusion 2017).


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